Mia Martini
Almeno tu nell'universo fu scritto da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel 1972 (nella stessa settimana di Piccolo uomo). Depositato soltanto nel 1979, rimase inedito a lungo, in quanto Lauzi desiderava che a cantarlo per primo fosse proprio Mimì. Nel 1989, quando la ricerca del punto di riferimento era divenuta una tematica più sentita rispetto ai decenni precedenti, la canzone fu infine ripescata e incisa da Mia Martini, che la presentò al Festival di Sanremo di quell'anno, ottenendo il Premio della Critica e una gran quantità di apprezzamenti da parte del pubblico.
Sai, la gente è strana
Prima si odia e poi si ama
Cambia idea improvvisamente
Prima la verità poi mentirà lui
Senza serietà
Come fosse niente
Sai, la gente è matta
Forse è troppo insoddisfatta
Segue il mondo ciecamente
Quando la moda cambia
Lei pure cambia
Continuamente, scioccamente
Tu, tu che sei diverso
Almeno tu nell'universo
Un punto sei, che non ruota mai intorno a me
Un sole che splende per me soltanto
Come un diamante in mezzo al cuore
Tu, tu che sei diverso
Almeno tu nell'universo!
Non cambierai
Dimmi che per sempre sarai sincero
E che mi amerai davvero di più, di più, di più
Sai, la gente è sola
Come può lei si consola
Per non far sì che la mia mente
Si perda in congetture, in paure
Inutilmente e poi per niente
Tu, tu che sei diverso
Almeno tu nell'universo
Un punto sei, che non ruota mai intorno a me
Un sole che splende per me soltanto
Come un diamante in mezzo al cuore
Tu, tu che sei diverso
Almeno tu nell'universo
Non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero
E che mi amerai davvero di più, di più, di più
Non cambierai
Dimmi che per sempre sarai sincero
E che mi amerai davvero, davvero di più...
Il testo del brano, scritto da Lauzi, col pretesto di essere una lettera d'amore rivolta a un destinatario non specificato e per questo sconosciuto, mette a fuoco alcuni aspetti negativi della società contemporanea: principalmente l'incoerenza della gente, intesa come amorfa e indistinta massa di persone, ma anche la sua ipocrisia, il fatto di seguire «ciecamente» le mode, dalle quali si lascia «scioccamente» influenzare e comandare, e la mancanza di una scelta decisa tra amore o odio, e per questo non credibile e affidabile. Il soggetto parlante della canzone afferma che il destinatario è l'unica persona «nell'universo» ad essere diversa dalla gente (cioè migliore, ma proprio nel senso che peggio di così non può essere). Se si considera il destinatario come immaginario o inesistente, il testo del brano diventa una rassegnata e sconsolata osservazione della realtà. Ad onor del vero in alcune frasi del testo ("sai la gente è matta forse è troppo insoddisfatta", "Sai, la gente è sola, come può lei si consola") si cerca di azzardare anche la causa del comportamento delle persone e quindi la necessità di cercare una soluzione a questo smarrimento, sia avendo presenti altri valori come guida della propria vita, sia cercando di restare aderenti alla realtà e quindi confrontarsi con essa in modo molto sincero ("per non far sì che la mia mente si perda in congetture, in paure, inutilmente e poi per niente"). (Wikipedia)
Altri interprettazioni:
Mina
Fiordaliso
Massimo Ranieri
Elisa
Mafalda Minnozzi
Fausto Leali
Anna Tatangelo
Gilda Giuliani
Chiara Galiazzo
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Strepitosa versione americana di Thelma Houston del capolavoro di Mia Martini "Almeno tu nell'universo". Si intitola "Flame" ed è tratta dall'album che porta il nome della brava cantante inciso nel 1994.
Thelma Houston